Il primo maggio 1519 Francesco di Paola fu proclamato santo dal papa Leone X. Il messo pontificio per arrivare a Paola impiegò tre giorni e quindi la notizia raggiunse Paola il 4 maggio. Benché a Paola si vivesse in attesa di un simile evento la notizia fu così straordinaria che animò una festa che mai più resterà interrotta nella sua storia. Paola moltiplicò le sue chiese, si arricchì di piazze e fontane, da Largo S.Domenico alla Rocchetta, protetta dalle mura di cinta e dagli edifici scorreva una nuova via urbana, quella cioè che ora fino a Piazza del Popolo è Via Valitutti e oltre la piazza, Corso Garibaldi. Purtroppo fino alla battaglia di Lepanto, cioè fin quando le flotte ottomane non furono decimate, le coste calabre furono sempre attaccate dai Turchi che godettero perfino dell’appoggio del re di Francia. Fu merito della famiglia Spinelli la ricostruzione e la forificazione della città dopo la terribile devastazione del 1555. Protessero con una porta la scalinata dell Marina, e tutta la città con l’arco di S.Francesco. Tuttora le zone più belle di Paola sono quelle tracciate e volute dal marchese Tommaso Francesco Spinelli. Essendo Paola il centro urbano più popolato del suo feudo ne stimolò la crescita con la fondazione di un collegio affidato ai Gesuiti, con la presenza dei Domenicani e dei Cappuccini per la predicazione religiosa. Sotto di lui Paola conobbe un crescente impegno nelle attività produttive e mercantili, sopratutto per la produzione della seta.
Nel 1800
Il tremendo terremoto del 1783 annunciava tristemente il nuovo secolo, caratterizzato da disastri e guerre. Si verificarono, difatti, le crude ondate giacobine, le feroci reazioni borboniche, la dominazione dei Murat, la severa restaurazione, i moti del risorgimento. Alcune belle chiese di Paola andarono in rovina, perché tutto il patrimonio ecclesiastico fu incamerato dallo Stato : basti ricordare il convento dei Cappuccini, ora cimitero, il collegio dei Gesuiti, ora Municipio, S.Agostino, ora centro culturale. Tuttavia nell’ultima decade del secolo per il risveglio dei moti popolari Paola riprende quel ciclo di vita e di espansione urbana che l’aveva animata fino alla seconda metà del 700.
Nel 1900
Dall’ultima decade dell’ottocento fino alla seconda metà del novecento, Paola, diventa nodo ferroviatio per due importanti reti, Cosenza e Reggio, fornita di un deposito per locomotive, dà ricetto ad un gran numero di ferrovieri, e nonostante la notevole emigrazione transoceanica non perde il numero dei suoi abitanti. Piano Torre e Rione Giacontesi sono le due balze che danno ricetto alla nuova categoria sociale che si inserisce nel tessuto urbano. Ma la bellezza naturale dei due rioni è in netto contrasto con l’architettura delle abitazioni uniformi, piatte, monotone. Si è molto lontani dalla vitalità e dall’arte della Paola di Tommaso Francesco Spinelli, anche se una strada più agevole accanto alla scalinata cinquecentesca, con ampio giro, va a riannodarsi al Viale dei Platani (Corso Roma).
La Guerra
Erano le ore 12.25 del 24 luglio 1943 quando Paola subì il primo bombardamento aereo dai quadrimotori anglo-americanio. L’orologio della torre civica rimase a lungo fermo a quell’ora. Seguirono ancora altri bombardamenti il 26 luglio, il 3 agosto, il 19 agosto, il 27 agosto. Rimasero distrutti la Rupa, Via Quattro maggio, Salita Fontana Vecchia, Rione Giacontesi, Corso Roma. Nonostante la ricostruzione post-bellica una parte bella e antica di Paola è andata persa per sempre.
Dal dopoguerra
Subito dopo la ricostruzione e il risanamento post-bellico ha fatto seguito una fase di grande espansione. Nuove strade urbane quali via del Cannone, via S.Rocco, via Marina, S.Agata – S.Giuliano, via Fosse del Rango; e nuove strade a grande scorrimento quali la nuova S.S 18 hanno consentito l’insorgenza di molti edifici la cui architettura dà all’urbanistica un aspetto contraddittorio, difficile da giudicare, perché a quello tipicamente mediterraneo bene armonizzato con il paesaggio, c’è anche quello devastante ed aggressivo.